Pierluigi Vinai, una persona da incontrare.

Chi mi conosce sa bene che non sono mai stato troppo tenero nel “giudicare” Pierluigi Vinai e tanto meno il suo “nume tutelare”, in parte responsabile della pochezza del PdL cittadino: una città come Genova non si può “governare” da Imperia… Infatti… Ovviamente – come accennato – il giudizio era di natura squisitamente politica, perché sulla persona credo che poco ci sia da eccepire: per lui parlano i fatti e il grande impegno che da sempre profonde nel mondo del sociale, del terzo settore, del volontariato: tanto da portare alla rivoluzione copernicana in seno a Fondazione Carige, che, da quando c’è lui, ha un occhio attentissimo nei confronti del mondo degli ultimi e degli esclusi.

Non son qui per scrivere un panegirico per Vinai, manzonianamente rimarrò ora «vergin di servo encomio» sperando poi di non dovermi nemmeno porre il problema se cimentarmi nel «codardo oltraggio», ma per ammettere che alla fine – che sia sorte o calcolo – siamo riusciti a trovare un candidato per Palazzo Tursi credibile, preparato e disponibile.

Ho passato con lui il pomeriggio di ieri girando per il nostro splendido centro storico (in particolare la martoriata zona di via Pré) e ne ho potuto apprezzare le doti. Capacità di ascolto (che ha causato un forte rallentamento nei tempi previsti), disponibilità al dialogo, inclinazione ad affrontare i problemi con l’occhio non del burocrate, ma del amministratore. Questo – direte – è quasi scontato: un candidato sindaco, almeno nel corso della campagna elettorale, certe cose le deve saper fare: deve essere affabile, simpatico, ciarliero, sorridente, ma nello stesso tempo deve saper trasmettere un messaggio che dia sicurezza ai cittadini, deve dimostrare competenza, deve dare risposte (a volte anche sgradite). E quindi? E quindi è la naturalezza con cui ieri Pierluigi ha dimostrato di possedere queste doti che mi ha stupito. Non era facile, in un ambiente non suo, in mezzo a gente che non si conosce: ve lo dice uno che troppo timido (ormai) non è!

Per tutte queste ragioni, buttate lì un po’ alla rinfusa, sono convinto che Pierluigi rappresenti un buon candidato sindaco e sia un’ottima chance per la città per provare – veramente – a voltare pagina. Perché questo avvenga, però, bisogna che Pierluigi stia sempre in mezzo alla gente, nelle strade, nei vicoli, nei mercati, negli autobus. Deve sfruttare questa sua innata capacità d’incontro che, unita alla sua grande esperienza amministrativa, fa sì che le sue risposte non siano mai banali, ma costruttive e sempre tese alla messa a fuoco del problema e alla strada possibile per risolverlo.

Faccio campagne elettorali dal 1993: tutto questo l’ho visto fare solo a un uomo, l’unico che ha veramente rischiato di vincere: Sergio Castellaneta. Egli viaggiava in autobus, saliva su e cominciava a parlare e a salutare le persone; stava in mezzo al popolo, dava ascolto, scoperchiava pentole di nefandezze amministrative targate PCI, o DS, o PD e la gente, intorno a lui si sentiva coinvolta e partecipe.

Questa è la via da seguire: stare in mezzo alla gente, senza paura!

7 Aprile 2012 by: Commenta -
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