Ode al “Milanese imbruttito”

Uscito su il Giornale del Piemonte e della Liguria

(3 giugno 2020)

Così, dopo averci diabolicamente fatto bruciare anche quest’ultimo bel ponte primaverile, su cui tanta dell’economia della nostra Regione avrebbe volentieri sperato di poter fare affidamento, finalmente riaprono i confini tra le Regioni. L’Italia torna a essere “una e indivisibile”: dove non è mai riuscita la politica ha steso le sue avvolgenti e tentacolari braccia il Covid-19, facendo in ultimo trionfare in tutto lo Stivale un regionalismo, che nemmeno i più cocciuti suoi ideologi e cantori avrebbero mai pensato di veder realizzato.

Insomma, prepariamoci a ricevere di nuovo le stagionali orde di baüscia, con buona pace del “Movimento estremista ligure contro i milanesi”, che ha in Andrea Di Marco il suo spassosissimo leader. Manteniamo un certo contegno, non facciamoci vedere troppo felici né riconoscenti, ma diciamocelo una volta per tutte, del “Milanese imbruttito”, che cala giù per la A7, affrontando impacciato con improbabile porsche cayenne con vetri oscurati tornanti e chicane che lo portano nei nostri paradisi, abbiamo un dannatissimo bisogno e già non poterlo vedere per tutta la primavera è stato fin troppo triste. Munito di bermuda, occhiali da sole, infradito e polo Ralph Lauren (rigorosamente fuori dalle braghe) riempie le nostre lunghe giornate sulle spiagge assolate e, grazie a Dio, dà una bella boccata d’ossigeno alle asfittiche casse di albergatori, baristi, ristoratori et alia varia. Ne abbiamo un gran bisogno, oggi più che mai, è inutile negarlo. La nostra estate senza di loro, sarebbe poca cosa e, soprattutto molto meno divertente!

“Uè”, “figa”, “pirla”, “champagnino”, “barchetta”, “ciumbia”, “taaac”, “sta sü de doss”, “urca”, “l’Antonio”, “la Marisa”: che estate sarebbe senza di loro? Senza i loro predicozzi sull’etica del lavoro, senza la loro spocchiosa vanagloria di milanisti e interisti, che purtroppo stanno sempre sopra di noi, ma che, per fortuna, regolarmente le buscano dalla Juventus, senza l’ostentata pacchiana esibizione di Rolex, senza la loro abbronzatura perenne da lampada viso trifacciale e le loro pelli lisce depiliate di continuo? Sanno tutto loro: sanno pescare, sanno nuotare, sanno guidare, sanno cucinare e soprattutto lo fanno meglio di chiunque altro! Milano di qua, Milano di là, “Milan l’è on gran Milan”, ma alla fine non ha tutti i torti Roberto Vecchioni, che recentemente ha giustamente affermato: «Nessun paese, nessuna città, nessuna regione italiana può vivere, se muore Milano». Non è uno slogan, è verità! 

In ogni caso, l’estate sotto l’ombrellone è anche tutto questo: tutto questo continuo sfottò, segno di un campanilismo sano e ridanciano, perché alla fine siamo Italiani non solo quando gioca la Nazionale di calcio!

La nostra bella Liguria a forma di “sorriso rovesciato”, piena di gente sempre pronta al mugugno, poco propensa a ridere di sé e a prendersi in giro forse per un malcelato senso di inferiorità ha imparato a voler bene ai tanti “Milanesi imbruttiti” che affollano le nostre spiagge e che – facendo un po’ gli spacconi – sembrano volersi impossessare dei nostri spazi e amano, almeno per quindici giorni all’anno, considerare loro quello di cui noi beneficiamo giornalmente. “Meno siamo, meglio stiamo” è un ritornello che va bene per l’inverno, d’estate no, non funziona, non serve, diventa assurdo autolesionismo: difetto da cui i Liguri sanno rimanere ben distanti, specie quando va a toccare il portafoglio. È un vezzo quello di prenderci in giro partendo dai rispettivi stereotipi, dagli assiomi imposti dall’immaginario collettivo che ci vuole “acerrimi nemici”, ma Genova ha con Milano un rapporto speciale, che avrebbe piuttosto bisogno di essere rinsaldato e agevolato, magari anche con il definitivo completamento dei lavori del Terzo Valico! Un’opera che muoverebbe interessi che vanno ben oltre la direttrice di traffico tra i due capoluoghi.

Tutto questo, finalmente, torna a essere possibile, dopo oltre tre mesi. Tre mesi che hanno impoverito entrambe le nostre economie, ma che – si spera – abbiano lasciato intatta questa continua voglia di sfotterci, abbiano fornito nuovi materiali per una tenzone che non finirà mai. La verità è che li aspettiamo con ansia e con amicizia, con il loro«passo di pianura, che è bello da vedere, che è bello da incontrare in questi posti davanti al mare, con questi cieli sopra il mare, quando il vento riscalda a suo tempo il mare».

Resta, però, un’enorme preoccupazione: riusciranno ad arrivare? Arriveranno sulle spiagge di Rapallo e Santa Margherita, nei ristoranti di Camogli e Recco? Sulla passeggiata di Chiavari? Il via libera porta con sé un grido d’allarme. No, non si tratta di “Milano in fiamme, Milano in fiamme”, per fortuna! Quello lo lasciamo alla becera e irriverente contesa da stadio. L’allarme è ben più reale ed è strettamente legato allo stato comatoso e indegno della nostra rete autostradale. Fa bene il governatore Toti a «chiedere un piano Marshall per lavorare 7 giorni su 7», a dirsi preoccupato, per usare un eufemismo. Il prossimo fine settimana più che vedere la gente finalmente in spiaggia a prendere il sole, potrebbe regalarci l’immagine di lunghe file in autostrada gremite di gente provata e inviperita, travolta da un nuovo incubo, come se il Covid 19 non fosse già bastato! Si viaggia a una sola corsia per buona parte della rete autostradale ligure, si viaggia a una sola corsia da Masone e da Serravalle a Genova, come si può pensare di sopportare l’urto del primo piccolo esodo estivo?

3 Giugno 2020 by: Commenta -
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