Il lento, inesorabile declino dell’Occidente

11 settembre 2023

(Uscito su il futuro viene dal futuro)

L’idea di un Occidente che si percepisce “come civiltà separata dal corpo generale dell’evoluzione mondiale” forse è finita sul serio: sic transit gloria mundi. Sembrerebbe, però, paradossalmente che sia avvenuto più per “colpa” dell’Occidente, che per “merito” degli altri. L’Occidente che “odia” se stesso, che concorre alacremente alla sua autodistruzione, che getta alle ortiche migliaia di anni di storia rinnegando tutti i fondamenti della sua civiltà, che prende le distanze, chiede scusa, fa dei “distinguo” sul suo passato è ormai parte integrante della civiltà occidentale. Non solo l’Occidente “ha consumato tutto il suo passato”, ma si è avviato – da tempo – alla fase successiva: lo rinnega, se ne vergogna, accampa delle scuse. Com’è lontano il 26 settembre 2001 quando Berlusconi ebbe il coraggio di affermare, parlando dell’Occidente, di “civiltà superiore”, subendo la solita gogna mediatica di chi stava già lavorando alla distruzione dello stesso.

Certo, la globalizzazione, si dirà… In questo lungo e inarrestabile processo di globalizzazione, l’Occidente, però, ha troppo presto rinunciato all’idea di essere un protagonista, un faro, una guida; sia dal punto di vista politico e culturale, sia da quello religioso. Era questo un tema molto caro al compianto papa Benedetto XVI, che sapeva rivendicare con forza il “primato” che sentiva appartenergli e che lo faceva in virtù di quella Verità nella quale incrollabilmente credeva.

Forse ci si illude ancora di avere ascendente e peso economico, ma oggi l’economia è transnazionale, vola al di sopra degli Stati e delle alleanze geopolitiche. La piccola lobby che governa il pianeta, che fa e disfa a suo piacimento, è formata di uomini che appartengono a tutto il mondo (e che si sentono “cittadini del mondo”) e dei quali, probabilmente, gli “occidentali” sono una minoranza… In ogni caso del tutto disinteressata a difendere qualsiasi “antico” valore su cui si fondava quella civiltà.

Morendo, pare che papa Benedetto abbia pronunciato, quali ultime parole, la frase “Signore, ti amo”. Fabrizio Quattrocchi, mentre il ronzio della sega elettrica aveva già cominciato a “trapanargli” il cervello, ebbe il coraggio di gridare: “Ora vi faccio vedere come muore un Italiano”. Belle parole che evidenziano con nettezza la fede forte in valori fondanti e caratterizzanti: Dio e la Patria, due termini che hanno permeato la storia della civiltà occidentale e che oggi sono banditi, osteggiati, messi a tacere. Apologia!

Credo che siano sempre meno, nel mondo occidentale, gli uomini che avrebbero la forza di pronunciare parole così nette in momenti tanto determinanti. È in questo modo che “muore” l’Occidente. Avendo perso lo smalto e la sicurezza di un tempo, rinunciando del tutto a dare il suo contributo a quel processo di globalizzazione che, forse, cancellerà tutto, l’Occidente, l’Oriente, l’India, così com’era accaduto ai tempi della “conquista dell’America”, generando un nuovo melting pot globale dal quale sarà bandita per sempre la parola “razza”.

Non ci sarebbe nulla di che stupirsi, la storia fa il suo corso ed “è nella combinazione di fattori antichi e diversi, prima separati, che sorge sempre il totum novum e quindi l’assolutamente imprevedibile”. Va bene, ma bisognerebbe appunto avere la forza e la determinazione di non rinunciare a quei “fattori antichi” di cui l’Occidente è portatore e che hanno dato un contributo enorme alla crescita, alla “evoluzione (parola che non amo)” di questo pianeta. Anche i “fattori antichi” dovrebbero aver parte di questa “combinazione”.

Fare previsioni su quale sarà il futuro di questo processo inarrestabile non è facile; nemmeno Baget Bozzo, che pure ha sempre avuto – come in questo caso – visioni “profetiche” lo fa. Afferma, però, che “in ogni apertura verso il futuro, ciò che è inesprimibile è proprio il futuro stesso: tutto quello che si può raccogliere e presentare al futuro è la somma dei problemi non risolti nel presente”. Questo è tremendamente vero, sconcertante e “pauroso” specie se fossimo costretti ad ammettere che il lento declino dell’Occidente non è più “un problema non risolto”, ma una questione del tutto conclusa. La minoranza, sempre più sparuta, che ancora si appella alla supremazia dei valori della civiltà occidentale è ritenuta vivere fuori dal tempo, ancorata a visioni passate e anacronistiche, inabile a comprendere che “la musica è finita, gli amici se ne vanno”.

Non foss’altro che per il mestiere che faccio vorrei sbagliarmi, ma la sensazione di essere tra i pochi rimasti a guardia di una fortezza assediata e del tutto incapace di opporre resistenza al “nemico”, anche perché non si è mai avuto il coraggio né di individuarlo né di guardarlo fisso negli occhi, ce l’ho. Novello Giovanni Giustiniani mi vedo impotente, eppure deciso, a difendere un mondo abbarbicato al suo scoglio, ma assediato da ogni lato da forze preponderanti. Il mondo occidentale vive la situazione della Costantinopoli del 1453, una capitale, simbolo di un’intera civiltà, che nemmeno i suoi abitanti si sentivano più di difendere.

Un tempo si viaggiava per pura e sincera sete di conoscenza, per vivere esperienze nuove, per confrontarsi con altre “culture, altri stili di vita, ma una parte importante di quei viaggi era dato dal ritorno a casa, laddove si ritrovavano le vecchie abitudini (Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno…!) e si faceva strada la convinzione che difficilmente saremmo stati in grado di rinunciarvi. Oggi si viaggia, invece, con la falsa certezza che tutto sia meglio di quello che si lascia. Si cerca un luogo dove evadere, dove scappare, dove poter costruire una vita diversa e totalmente altra. Ci si lascia felicemente contaminare, si mette tutto in discussione, spesso acriticamente, si parte pieni di pregiudizi verso tutto quello che abbiamo, che sa di vecchio, di stantio, di ripetitivo… Un fuoco estinto.

Forse è anche per questo che fa tanta fatica a nascere una vera Comunità europea, perché non ha alcuna base solida su cui poggiarsi, visto che tutti gli antichi valori che ne dovrebbero costituire la pietra angolare sono ormai stati giudicati “fuori tempo”, sbagliati, nocivi. Un’Europa “senza radici” religiose, culturali, politiche.

11 Settembre 2023 by: Commenta -
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