La fecondità del più piccolo atto d’amore

(20 marzo 2022)

don Gianni Baget Bozzo – “Buona domenica – Anno C”

Il Vangelo che leggiamo ci parla della conversione. Il male è nella creazione perché essa porta in sé il Nulla e quindi la possibilità del male: delle cose, degli animali, degli uomini. Dio vuole salvarci dal male, la creazione che egli vuole è il re­gno di Dio, l’ultimo giorno. Ci chiama a cooperare a liberare il mondo dal male attraverso la sopportazione di esso. La con­versione che Dio chiede è quella di divenire cooperatori del bene, attraverso quello che facciamo e quello che soffriamo.

Un giorno la terra sarà il frutto maturo del regno di Dio. Gesù sa che la conversione interna al bene diminuisce la po­tenza del male che è nel mondo. Un atto di amore agisce su tutta la realtà, diminuisce la potenza del Nulla e la forza del male.

L’uomo può fare il bene e cambiare la natura: l’uomo può vincere la morte. Ma occorre che voglia il bene, altrimenti nulla giova la potenza delle sue tecniche.

L’energia nucleare è un esempio di questo doppio uso, di questa alternativa.

Oggi sappiamo ancor più che, non facendo il bene, peri­remo tutti, nel disastro della vita sul pianeta terra. Siamo mi­nacciati da ben altro che il potere politico o dalla instabilità degli edifici, gli esempi che Gesù indica in questo Vangelo. Oggi riceviamo dalla realtà prodotta dall’uomo il messaggio che la nostra civiltà può perire. Non convertirsi al bene vuol dire perire. I galilei uccisi da Pilato non sono i soli che ri­schiano quel destino: la torre di Siloe cade sugli uomini ma molte altre torri possono cadere. «Se non vi convertirete peri­rete allo stesso modo».

Oggi avvertiamo attorno a noi le potenze del male. Ciò che è accaduto in Jugoslavia passa l’immaginazione, è stata una nuova Auschwitz.

Ma anche nel nostro paese sentiamo crescere l’ondata della violenza: e non solo quella mafiosa, ma persino di quella razzista. Il male è dentro l’uomo e può scoppiare senza che chi lo compie si renda conto di quello che sta facendo.

Gesù in questo Vangelo appare come colui che intercede affinché il male non avvenga. E indica a noi il medesimo ruolo. Il vignaiolo che chiede al padrone della vigna di non spiantare il fico sterile, indica la potenza di intercessione che ha il giusto che vuole il bene. Diminuisce la potenza del male, usa il tempo come una medicina.

Convertirsi vuol dire amare il bene e respingere il male: vuol dire seguire l’ispirazione dello Spirito Santo che è pre­sente in ogni uomo e scegliere di cooperare alla salvezza del mondo e all’avvento del Regno.

Un giorno quando saremo oltre il tempo, nel giorno eterno di Dio vedremo la fecondità dei più piccolo atto di amore.

20 Marzo 2022 by: Commenta -
Permalink


Lascia un commento