L’emergenza non ci faccia dimenticare di celebrare la nostra Bandiera

Uscito su il Giornale del Piemonte e della Liguria

(21 aprile 2020)

“Signore di questo porto, vedi, mi avvicino anch’io, vele ancora tese, bandiera genovese sono io”: cantava così Ivano Fossati, melodicamente sottolineando il significato e l’importanza della bandiera, segno che più di ogni altro rivela la nostra appartenenza a un gruppo sociale. E d’altra parte, in gergo marinaresco, “battere bandiera” è dichiarazione della propria nazionalità: una sfumatura in più che certo dev’essere venuta in mente al sindaco Marco Bucci, di cui è nota la passione per il mare, quando Mario Mascia propose di istituire nella nostra città la “Giornata della bandiera di Genova”.

L’anno passato furono le avverse condizioni meteo a ridimensionare le celebrazioni, quest’anno tocca al Covid19. Nel vocabolario di Marco Bucci – ormai abbiamo imparato a conoscerlo – le parole “remissività”, “arrendevolezza” non trovano spazio: l’indole dei Genovesi è combattiva, come quella dei marinai che devono affrontare le bizze dei venti e delle onde, l’invito non può che essere quello di reagire e rialzarsi e, soprattutto “non piangersi addosso”. Una volta di più, nel corso di questo strano periodo di reclusione forzata, bisognerà lasciare spazio ai nostri balconi, alle terrazze, alle finestre, su cui è giusto che sventolino le bandiere di San Giorgio nel giorno della sua ricorrenza, il 23 aprile: chissà, magari potrebbe anche essere un bel nome per il costruendo viadotto: “San Giorgio, 23 aprile” a ricordare appunto, a se stessi e agli altri, che il genovese è combattivo, cocciuto, tenace, magari mugugna, ma rimboccandosi le maniche!

Mediaticamente il lancio della Giornata della Bandiera fu un successo: la “disputa” con la Corona inglese sui “diritti d’utilizzo” legati al vessillo fece molto discutere, sollevando anche un interessante dibattito, cui parteciparono diversi studiosi, tra i quali ricordo un intervento, come al solito documentatissimo, di Antonio Musarra, e moltissimi appassionati e cultori della storia e delle tradizioni della nostra città. Vittorio Russo Delmonte, anima del sito www.amezena.net(sic), sicuro conoscitore e vero innamorato della nostra Genova, fu addirittura intervistato da Rai RadioUno e ripercorse con spumeggiante vivacità le vicende del “conflitto” con la “perfida Albione”! Tante notizie e ben documentate sulla bandiera, è giusto riconoscerlo, si trovano anche sul sito del Comune: smart.comune.genova.it/sezione/festa-della-bandiera.

Bandiera è segno di appartenenza e di riconoscibilità: solo sapendo bene chi siamo potremo “venderci” bene all’esterno. Per consolidare definitivamente la vocazione turistica della nostra città (il resto della regione è già ben avviato) occorre acquisire consapevolezza di noi stessi, superare i nostri limiti: E noi non ci sappiamo vestire e noi non ci sappiamo spogliare e noi non ci sappiamo raccontare quand’è il momento raccontare nei bar davanti al mare”. Certo, ma per farlo occorre conoscersi! Non si tratta, dunque, di arido campanilismo fine a se stesso, di vuote rivendicazioni, ma di convinzione di avere in certa misura collaborato alla nascita di un sentimento comune prima nazionale, ora forse sovra-nazionale, in ragione delle nostre peculiarità.

L’orgoglio di essere Genovesi, che possiamo appunto esprimere attraverso l’esposizione del vessillo, non deve essere strumentalizzato in senso “sovranista” e “antieuropeista”. Conoscendo bene Mario Mascia e la sua convinta adesione al PPE e ai suoi valori, escludo categoricamente che questa fosse la sua finalità al momento in cui avanzò la richiesta dell’istituzione della Giornata nel Novembre del 2018. Se – ogni tanto – si guardasse con maggiore consapevolezza al motto dell’Unione Europea, “uniti nella diversità”, che in latino suona “in varietate concordia”, utilizzato per la prima volta nel 2000, se ne potrebbe valutare più serenamente la vera cifra ossimorica. Infatti, l’accostamento di termini tra loro contrari, quale appunto è la figura retorica dell’ossimoro, non porta all’elisione dei significati, ma magicamente, come sempre avviene in poesia, alla somma, a volte addirittura la prodotto, dei due. Non si tratta di un’espressione senza senso, ma con un surplusdi senso, difficilmente esprimibile, ma reale. Non faccia male agli europeisti, ai “cittadini del mondo”, la Giornata della Bandiera, perché il riconoscimento, la comprensione e l’accettazione delle diversità stanno alla base di ogni convivenza. 

Dedichiamo in questi giorni un po’ di tempo ad abbellire i nostri balconi con i segni, i rimandi, i vessilli della nostra città. Tra tutti, certo, la croce di san Giorgio, ma senza limiti alla creatività. Non serve molto, come nella tradizione parsimoniosa della nostra Genova. Qualche idea? Ancora una volta lascio la parola a Ivano Fossati, che ha capito molto bene cosa sia la “genovesità” e, forte di questo guadagno, è stato (è) in grado di veicolarla: Quindi non stia lì ad aspettare di vedere qualcosa di meglio, qualcosa di più di quei gerani che la gioventù fa ancora crescere nelle strade”… Magari bianchi e rossi! 

21 Aprile 2020 by: Commenta -
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